
Freschi, forti, franciacortini: il rinnovamento delle nuove generazioni
C’è un’Italia del vino che non ha paura di guardare avanti. In Franciacorta il futuro ha già un volto, quello dei giovani produttori che si fanno interpreti di un’eredità piuttosto recente, ma preziosa, senza smarrire la capacità di parlare il linguaggio del presente.
Nel cuore della Lombardia, tra colline che si specchiano nel Lago d’Iseo, la Franciacorta è oggi molto più di una denominazione: è un modello di comunità. Un territorio che ha saputo costruire un brand riconosciuto a livello internazionale grazie a un Consorzio coeso e lungimirante. La nuova stagione, guidata dal presidente Emanuele Rabotti – figlio di Paolo, cofondatore del Consorzio nel 1990 – segna il passaggio a una generazione che unisce radici profonde e apertura al futuro, puntando su sostenibilità, innovazione e condivisione.
Negli ultimi anni, il Consorzio ha intrapreso un percorso di rinnovamento capace di fare la differenza. La nascita delle Unità Geografiche Aggiuntive ha aperto la strada a una valorizzazione più puntuale delle peculiarità territoriali, mentre l’immagine del marchio ha assunto una veste più moderna e incisiva, capace di raccontare non solo il vino, ma anche la biodiversità e la vocazione culturale di questa terra. La crescita dell’export ha consolidato il posizionamento internazionale, con numeri che testimoniano una progressione costante e significativa. A questo si sono aggiunte iniziative di grande visibilità, come le collaborazioni con circuiti enogastronomici internazionali, che hanno rafforzato ulteriormente la reputazione del Franciacorta come ambasciatore dell’eccellenza italiana. In più, la denominazione vanta una categoria di vino spumante unica al mondo: il Satèn.
Giovani e Satèn: un dialogo che guarda lontano
Il cuore pulsante di questo rinnovamento è rappresentato dalle nuove generazioni. Giovani produttori e imprenditori si fanno oggi portavoce di un’energia nuova: conoscono il peso della storia che hanno ereditato, ma sono pronti a interpretarla con strumenti contemporanei. Sensibilità ambientale, capacità di dialogo con i mercati globali e uso sapiente della comunicazione digitale sono le cifre stilistiche con cui questi ragazzi e ragazze stanno arricchendo il patrimonio di un territorio che vive di identità collettiva.
Falstaff Italia ha avuto l’opportunità di partecipare a una seduta riservata ai giovani franciacortini, un momento che ha mostrato con chiarezza lo spirito di questa nuova generazione. Al centro del confronto c’era il Satèn, tipologia identitaria, ma talvolta ingiustamente trascurata nel racconto complessivo del Franciacorta. Con una produzione annua attorno a 1,5 milioni di bottiglie, il Satèn gioca un ruolo ancora inferiore a quello del Franciacorta Rosé. Le voci erano diverse, come diverse sono le storie aziendali da cui ciascuno proveniva: c’era chi rivendicava la storicità del Satèn e chi, invece, cercava nuove strade per raccontarlo al pubblico contemporaneo. Il dialogo si è concentrato sia sugli aspetti disciplinari – con l’esigenza di mantenere l’integrità normativa e preservare la riconoscibilità del vino – sia sul piano comunicativo, con la volontà di restituire al Satèn una centralità narrativa, sottolineandone eleganza, setosità e finezza, ma anche la capacità di esprimere il volto più intimo e autentico del territorio. L’impressione è stata quella di una generazione capace di mettere da parte le differenze per ricercare un obiettivo comune: restituire dignità e visibilità a un vino che incarna l’essenza del Franciacorta.
Lantieri de Paratico
La famiglia Lantieri, storicamente attiva nella viticoltura fin dal 1400, ha fondato l’attuale azienda nel 1974. Oggi la terza generazione, con le sorelle Gaia ed Isabella Lantieri, porta avanti la cantina con sede a Capriolo e vigneti ad Adro nella zona di Colzano. La superficie vitata è di circa 25 ettari, su suoli morenici e calcarei. Il loro Satèn è prodotto da Chardonnay in purezza, con il 20% del vino base fermentato in rovere. L’affinamento dura circa 30 mesi sui lieviti, pur trattandosi di un “non millesimato”, e il dosaggio si attesta a 5,6 g/l. Lo stile è fresco e minerale, ma al contempo strutturato, pensato per essere facilmente abbinabile ai piatti della tavola, non solo da aperitivo. La produzione totale è di circa 150.000 bottiglie annue.